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02 febbraio 2015

E' festa

Stai lì su una sedia, niente ti tocca, senti
l'antico sé farsi un sé più antico, immagini
solo la pazienza dell'acqua, la noia della pietra,
Pensi che il silenzio sia la pagina in più,
pensi che niente sia buono o  cattivo, nemmeno
il buio che inonda la casa mentre te ne stai seduto a guardarlo
arrivare. L'hai già visto altre volte. I tuoi amici
si muovono al di là della finestra, i volti sudici di rimpianto.
Vorresti salutarli ma non riesci a sollevare la mano.
Sei su una sedia. Ti volti verso la belladonna che distende
una rete velenosa intorno alla casa. Assapori
il miele dell'assenza. E' lo stesso ovunque
tu sia, lo stesso, che sia la voce a marcire prima
del corpo, o il corpo prima della voce.
Sai che il desiderio porta solo sofferenza, che la sofferenza
porta al compimento che porta al vuoto.
Sai che che adesso è diverso, che oggi è
festa, l'unica festa,
che arrendendoti al nulla
guarirai. Sai che è una gioia sentire
i tuoi polmoni prepararsi a un futuro di cenere,
così aspetti, lo sguardo immobile aspetti, e la polvere si posa
e le ore miracolose dell'infanzia brancolano nel buio.

(Mark Strand, da The Story of Our Lives, 1973 - La traduzione è mia)